Probabilmente non tutti conosceranno Anthony V. Riccio, ma quest’uomo che è venuto a mancare lo scorso gennaio in New Haven, nel Connecticut, era un autore, fotografo e storico orale che ha riscostruito centinaia di storie di immigrati italiani che arrivarono in America nel secondo ottocento.
Bibliotecario presso la Sterling Memorial Library di Yale, Anthony Riccio attraverso le fotografie e le interviste spesso toccanti e sempre coinvolgenti dei suoi soggetti, ha approfondito la vita di coloro che ha documentato. Aveva iniziato i suoi anni di interviste alla fine degli anni ’70 quando era direttore esecutivo di un centro per anziani nel North End, una sezione italiana di Boston, vedendo che a poco a poco la prima generazione di italoamericani stava venendo a mancare.
Anni dopo, Anthony Riccio iniziò a usare quelle interviste tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 per scrivere il suo primo libro, The Italian American Experience in New Haven: Images and Oral Histories (2006), che raccoglie le voci e i volti degli italoamericani di New Heaven, sua città natale.
Sono seguiti poi altri due volumi: le storie delle donne lavoratrici in Farms, Factories, and Families: Italian American Women of Connecticut (2014), e la vita del quartiere italiano di Boston in Boston’s North End: Images and Recollections of an Italo-American Neighborhood (2017).
È proprio in questi scritti che vengono fuori le nostre storie, perché la maggior parte degli intervistati sono immigrati del sud Italia, tra cui la stessa famiglia dell’autore. Viene raccontata, ad esempio, la storia di “Antoinette Zuckie Zuccarelli” ma in realtà, di un’intera comunità ruotese sita in Naugatuck impiegata perlopiù nella fabbrica di gomma.
Tutto questo, Ketty Salinardi, anche lei di origine ruotese, lo racconta all’Associazione Recupero Tradizioni Ruotesi, da cui nasce una collaborazione per mettere insieme i pezzi dell’emigrazione/immigrazione ruotese, e crea un contatto con Anthony Riccio, il quale ci raccontò della sua “missione” di voler ricostruire e tramandare l’esperienza italoamericana.
Anthony Riccio aveva ancora molto da condividere con noi e lo avrebbe fatto proprio qui, sulle pagine di Senza Tempo, vogliamo ricordarlo così attraverso le sue parole tratte dal libro “The Italian American Experience in New Haven: Images and Oral Histories”: «Non facciamo niente da soli. Questo non è il mio libro, questo libro appartiene a tutti voi. Quando i nostri figli guarderanno indietro a noi e sapranno chi siamo. Come i nostri genitori, nonni e bisnonni sono venuti qui, si sono stabiliti nella dependance, o Legion Avenue, Hill e Fair Haven, hanno svolto il loro lavoro, cresciuto le loro famiglie e hanno vissuto vite senza pretese».
Anthony V. Riccio: the man who captured the “humanity of the moment”
Probably will everyone not know Anthony V. Riccio, but this man who passed away last January in New Haven, he was an author, photographer, and oral historian who has reconstructed hundreds of stories of Italian immigrants, who arrived in America in the second half of the 19th century.
Librarian at Yale’s Sterling Memorial Library, Anthony Riccio through the touching and always engaging photographs and interviews of his subjects, delved into the lives of those he documented.
He had started his years of interviewing in the late 1970s when he was executive director of a senior center in the North End, an Italian section of Boston, seeing elderly Italians pass away.
Years later, Anthony Riccio began using those interviews in the late 1970s and early 1980s to write his first book, The Italian American Experience in New Haven: Images and Oral Histories (2006), which collects the voices and faces of the Italian Americans of New Heaven, his hometown.
Two other volumes followed: the stories of working women in “Farms, Factories, and Families: Italian American Women of Connecticut” (2014), and the life of the Italian neighborhood of Boston in “Boston’s North End: Images and Recollections of an Italo-American Neighborhood” (2017).
It’s in these writings that our stories come out, because most of the interviewees are immigrants from southern Italy, including the author’s own family. For example, it’s told the story of “Antoinette Zuckie Zuccarelli”, but in reality, of an entire Ruotese community located in Naugatuck, mostly employed in the rubber factory.
Ketty Salinardi, with ruotese origin too, tells all this to the Associazione Recupero Tradizioni Ruotesi, from which a collaboration is born to put together the pieces of the emigration / immigration of Ruoti, and she creates a contact with Anthony Riccio, who told us of his “mission” of wanting to reconstruct and pass on the Italian American experience.
Anthony Riccio still had a lot to share with us and he would have done it right here, on the pages of Senza Tempo, so we want to remember him through his words taken from the book “The Italian American Experience in New Haven: Images and Oral Histories”: «We do nothing alone. This is not my book, this book belongs to all of you. So our kids will look back to us and know who we are. How our parents and grandparents and great-grandparents came here, settled in the Annex, or Legion Avenue, the Hill, and Fair Haven, did their jobs, raised their families, and lived lives of unassuming honor ».