Con Luigi Intrieri mi sono imbattuto inizialmente addirittura nei primissimi giorni di gennaio del 1952 e il tutto è avvenuto a Napoli, in un convento di frati sito a Posillipo Alto, dove partecipavo a un convegno riservato ai Delegati Aspiranti dell’Azione Cattolica. Siamo stati subito in armonia e da una finestra dell’edificio monastico avevo diuturnamente davanti agli occhi il castello dell’Ovo, nel quale tra 1957 e 1958 avrei dimorato parecchio tempo costrettovi dal servizio militare di leva. In seguito abbiamo avuto l’opportunità di rivederci a Catanzaro e a Camigliatello, ma anche in Oppido e sempre per manifestazioni di A. C. A Oppido nel 1954 il neo vescovo Raspini aveva indetto un solenne “Convegno Mariano” protrattosi in più riprese, durante i quali si sono alternate illustri personalità di chiesa e politica. È trascorso ben un venticinquennio d’allora senza alcun rapporto di sorta quando, ritrovandomi nel 1980 a un meeting di storia su “L’emigrazione in Calabria dall’Unità ad oggi” a Polistena, non ti ritrovo con viva sorpresa un Prof. Luigi Intrieri! Dapprima non ne ero certo, ma ne ho chiesto alla Prof.ssa Mariotti, che mi assicurato sulle di lui generalità. Era senz’altro l’Intrieri che avevo conosciuto e il riavvicinamento, era naturale, è stato molto cordiale. Da quella data l’amicizia è stata ristabilita e incontri e comunicazioni logicamente, si sono via via più infittiti.
Luigi Intrieri, nato a San Pietro in Guarano nel 1929, si è laureato in pedagogia e ha insegnato la stessa materia nell’Istituto superiore di scienze religiose di Cosenza e storia della filosofia antica e medioevale nell’Istituto teologico calabrese S. Pio X di Catanzaro. Cattolico tutto d’un pezzo, ha militato con fervore fra le file dell’Azione Cattolica cosentina e regionale e per la Democrazia Cristiana è stato sindaco del suo paese nel quadriennio 1960-64. Ha diretto a lungo l’Archivio Storico Diocesano di Cosenza, nella cui sede mi son recato sovente e sono stato calorosamente accolto. Da San Pietro intanto si era trasferito a Roges Rende. Credo che in precedenza o contemporaneamente il suo impegno scolastico si sia svolto nell’Istituto Magistrale. È stato pure socio attivo della Banca Credito Cooperativo Mediocrati, dalla quale nel 2013 ha ricevuto il premio “La Melagrana d’Argento” per la sua solerzia a favore della collettività. Questa la motivazione: “Il prof. Intrieri è lo storico di riferimento per chiunque abbia interesse a studiare la cooperazione di credito a Cosenza e in Calabria”. È deceduto nel 2017.
Il prof. Intrieri ha collaborato con diversi periodici come Vivarium, Rivista di Scienze religiose, Quaderni lametini e la Rivista Storica Calabrese, organo della Deputazione di Storia Patria, che ha servito come dirigente. Accanto ai contributi inseriti in rivista si allineano le opere in volume. Un primo lavoro si stima quello realizzato nel 1977 e intitolato “La lotta per la terra. La questione demaniale in San Pietro in Guarano” (Fasano Editore, Cosenza). A seguire è nel 1983 “Politica e Società in Calabria tra Ottocento e Novecento” (La goliardica Roma).). Arriva nel 1996 “Don Carlo De Cardona”, che esce per la SEI di Torino. Nel 1997 è la volta di “Azione Cattolica a Cosenza (1867-1995)” per l’Editrice AVE di Roma. Tra 1999 e 2002 il nostro ricercatore ha dedicato due volumi al paese natale con titolo “Mille anni di storia San Pietro in Guarano” (Il primo per CIC Edizioni Internazionali di Roma, il secondo con editoriale). Nel 2000 ricorreva il 90° anniversario del prof. Gustavo Valente e non si poteva non festeggiarlo a modo suo e all’uopo ha predisposto il “Catasto Generale della Bagliva di Celico fatto in questo anno 1743”. Alla presentazione officiata a Celico mi sono ritrovato gioiosamente in compagnia di tanti amici. Del 2004 è “Don Luigi Nicoletti e la polemica contro il razzismo negli anni Trenta a Cosenza” con la Pellegrini, mentre nel 2007 è apparso per i tipi della Rubbettino. “Dalla “Cronaca” del Frugali al duemila-Aspetti e momenti della vita civile e religiosa di Cosenza”. La fatica finale potrebbe essere rappresentata da “L’Inquisizione in Diocesi di Cosenza dal 1593 al 1696: Guardia, San Sisto e Vaccarizzo di Montalto” con l’editore cosentino Falco nel 2013. Dalla lunga sfilza delle pubblicazioni emerge chiaramente lo zelo dell’autore soprattutto per il mondo chiesastico.
Nell’anno 1997 mi si è offerto il destro per pubblicare su “Calabria Sconosciuta” (n. 74) un articolo sul tomo consacrato al De Cardona. Qualche significativo squarcio del medesimo:
“E’ giusto dare il benvenuto a quest’opera che lo scrittore sampietrese, vivida espressione dell’ambiente di azione cattolica e, appunto, autore di pregevoli studi sul movimento cattolico, ha voluto consacrare ad uno degli esponenti del clero più impegnati nel campo sociale in provincia di Cosenza. In verità, nonostante i saggi usciti precedentemente, di cui qualcuno non proprio in riga con la realtà, se ne sentiva proprio il bisogno e, per comprenderne l’importanza, basterebbe appena indirizzare l’attenzione sulla mole di documenti e sulla biografia proposti. Sono tutto un programma, peraltro, le frasi decardoniane poste in testa ad ogni capitolo, che offrono già in partenza una panoramica degli atti di una persona che ha inteso sempre fare l’interesse del popolo lavoratore in un periodo nel quale i fermenti della solidarietà si evidenziavano ormai con sempre maggiore insistenza”.
Ha tenuto appresso nel 2000 di bel nuovo su “Calabria Sconosciuta” (n. 86) un intervento su “Azione Cattolica a Cosenza ecc.”. Ne propongo il tratto iniziale:
“Luigi Intrieri è sicuramente uno dei pochi studiosi che poteva tracciare compiutamente la storia dell’Azione Cattolica nel Cosentino e non soltanto per la sua solida preparazione culturale. Entusiasta e strenuo propagatore delle idee avanzate da Mario Fani e Giovanni Acquaderni sin dal 1867, ha vissuto e continua a vivere dal di dentro le problematiche di un’istituzione che ha lasciato convincenti orme.
Ho conosciuto l’autore proprio in occasione di un convegno di Azione Cattolica. Si teneva questo nella suggestiva collina di Posillipo nel lontano 1952, quindi quasi mezzo secolo fa. Giovanissimo, era egli allora appena delegato aspiranti, ma mostrava tanta voglia di proseguire con slancio su di un cammino di fede e socialità. Difatti, bruciò tutte le tappe in seno all’archidiocesi cosentina e in regione rendendosi presente nei più disparati incontri variamente promossi. Non conosco quali siano oggi le strade battute dal movimento, ma negli anni ’50 era tutto un fervore di iniziative. Sembrava veramente di trovarsi in un momento di grande euforia. Quanta esultanza non sprigionò la proposta sociale espressa da quell’inimitabile presidente nazionale che fu Mario Rossi, che doveva però ben presto essere messo a tacere da mene di carattere politico. Il sociale faceva paura a larghi strati della cattolicità. Sapeva tanto di sinistreggiante.”.
Ecco, per il consueto trimestrale (C. S., n. 118), alcune righe di altro nel 2008 in riguardo a “Dalla “Cronaca” del Frugali al Duemila. Aspetti e momenti della vita civile e religiosa di Cosenza, venuto alla luce con Rubbettino l’anno precedente:
“Il prof. Intrieri … ripresenta la “cronaca” del Frugali in un volume di più ampio respiro soffermandosi come appunto avverte col sottotitolo, a trattare anche della vita economico-sociale-religiosa di Cosenza nel XX secolo. Non per niente egli è il custode e l’interprete più autorevole delle carte dell’archivio arcivescovile della città dei Bruzi. La narrazione, naturalmente non cambia dalla prima alla seconda edizione, anche se la nuova lettura di alcuni termini e la formulazione di alcuni giudizi risultano più accettabili.
…
In successione alla “cronaca” è una puntuale e rigorosa trattazione, che di scorta all’alternarsi dei vari arcivescovi, da mons. Sorgente nel 1874 a mons. Nunnari, felicemente in carica, presenta un panorama vario ed interessante circa il cammino politico-sociale-religioso espresso dalla comunità cosentina”.
Un’ultima importante indagine si valuta senz’altro “L’Inquisizione in Diocesi di Cosenza dal 1593 al 1696: Guardia, San Sisto e Baccarizzo di Montalto” pubblicata dall’editore cosentino Falco nel 2013. Questo un brano della consueta recensione apparsa sul solito periodico nel numero doppio 141-142 del 2014:
“È già un grande merito aver riprodotto per esteso la vistosa serie di documenti rintracciati sul tema, ma l’autore va oltre dando la possibilità anche a chi non è aduso alla comprensione di testi antichi di immergersi nella vita di tempi così lontani e di carpirne, oltre ai fatti, usi e costumi. Infatti, non soltanto egli li raggruppa in relazione a temi ben precisati come gli ordini del Sant’Uffizio, la costruzione del convento dei domenicani di Montalto, le liti tra parroci, le inchieste della corte ducale d Montalto, ma premette ad ogni lettera un preambolo che già a prima vista offre il succo di quanto si troverà in essa. Si qualifica ciò sicuramente un valido aiuto che pochi studiosi offrono ai lettori scarsamente smaliziati. Alla fine della trattazione non manca una necessaria riflessione, ma in verità utili puntualizzazioni e spiegazioni si rincorrono in varie occasioni”.
Nel 1991 Intrieri era entrato nel team che ha allestito il volume su Cosenza patrocinato dalla Cassa di Risparmio e stampato impeccabilmente dalla Rubbettino. Vi ha contribuito interessandosi del settore che atteneva al Risorgimento.
Con l’amico Luigi ho scambiato una serie di lettere, anzitutto a motivo di convegni, ai quali abbiamo partecipato entrambi e in riferimento ai quali era stato tra gli ideatori e organizzatori. Così in data 29 dicembre 1987: “Come puoi leggere sull’accluso foglio, il 7 maggio prossimo si svolgerà a Cosenza un convegno sulla cooperazione in Calabria, organizzato dalla Fondazione Guarasci di cui Borzomati è presidente.
L’incarico per la ricerca nella provincia di Reggio era stato affidato da Borzomati alla signora Sesti, ma questa successivamente mi ha comunicato che è in grado di lavorare solo sulle fonti del tribunale della città. Siccome Pietro ha messo sulle mie spalle l’incarico di tener dietro al lavoro, ti sarei grato se tu potessi compiere lo studio sulla zona ricadente nella competenza del tribunale di Palmi”.
Il 2 aprile 1993 il contatto era per una progetto politico. Luigi, infatti, non rifuggiva mai dalla sua dedizione alla politica e alla socialità. Ecco quanto maggiormente evidenziato:
“come ben sai la nostra Italia sta attraversando un periodo difficile, ma nello stesso tempo interessante perché da esso può uscire una democrazia rinnovata. Convinto che sia opportuno sollecitare il rinnovamento con un contributo creativo, dopo essermi consultato con degli amici ho preparato il documento accluso. Se lo condividi, ti prego di firmarlo (indicando anche il luogo di residenza), di farlo firmare a qualche altro amico e di rinviarmelo oppure di inviarlo direttamente alla Commissione bicamerale presso il Parlamento”.
Era l’ora di un nuovo appuntamento e il solerte studioso il successivo 13 maggio me ne faceva edotto:
“L’istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea (ICSAIC) di Cosenza ha deciso di condurre una ricerca sul ventennio fascista in Calabria e mi ha affidato il compito di coordinare la parte riguardante i molteplici e complessi rapporti tra Chiesa e fascismo.
A tal proposito penso che sia opportuno esaminarne tutti gli aspetti relativi alle diocesi del periodo: singoli vescovi, singoli sacerdoti, organizzazioni cattoliche (religiose, sociali e politiche), semplici cristiani, esponenti di rilievo prima della marcia su Roma, dalla presa del potere alla stipula dei Patti Lateranensi, prima fase di attuazione del Concordato, conflitto del ’31 sullo scioglimento delle organizzazioni giovanili dell’Azione Cattolica, conquista dell’Etiopia, guerra di Spagna, politica razziale, conflitto per il distintivo dell’Azione Cattolica, seconda guerra mondiale.
Spero che accetterai di contribuire alla ricerca, per la quale avremo circa dieci mesi di tempo, e attendo un tuo cenno di accettazione con l’indicazione dell’ambito temporale e spaziale entro il quale pensi di muoverti”.
È ancora un ennesimo simposio a tenere desto l’amichevole legame. È con data 19 novembre 1994 che Intrieri torna si fa sotto:
“Organizzato dall’Istituto Sturzo di Roma, nei mesi di aprile-maggio 1995 si svolgerà a Salerno un seminario di studio du “Cattolici, Chiesa e Resistenza” durante il quale dovrei riferire sulla Calabria.
Vorrei seguire il modello offerto da Maria Mariotti nella relazione sulle confraternite di qualche anno fa, cioè presentare una comunicazione di sintesi dei contributi offerti da vari collaboratori.
Ti sarei grato se mi preparassi una comunicazione sulla diocesi di Oppido, seguendo le indicazioni contenute nell’acclusa fotocopia, che mi è stata inviata da Roma”.
Nell’agosto del 2000 mi scriveva da San Pietro per ringraziarmi delle recensioni fatte ai suoi lavori, reiterando nell’aprile dell’anno dopo per informarmi dell’iniziativa promossa dall’Istituto Paolo Vi dell’Azione Cattolica attorno a una investigazione avviata su “Azione Cattolica e Costituzione” di Roma. Avrebbe gradito notizie documentate intorno a quanto era dato rilevare sulla diocesi di Oppido.
Essendo Intrieri da oltre mezzo secolo un cattolico militante e spesso ai vertici dell’azione cattolica regionale, vicende e persone sono viste nella falsariga dello sviluppo della comunità cattolica, però occorre onestamente dire che ogni cosa è coscienziosamente inserita nel contesto sociale e politico dei tempi e dei personaggi ed il giudizio espresso è sereno e calibrato. Ne fanno fede una documentazione di tutto punto per molti versi inedita e una adeguata bibliografia.