Il 27 gennaio 1945 è una data dal suono assordante, ma soprattutto una data indimenticabile. Probabilmente resta uno degli avvenimenti nella storia dell’uomo, più agghiaccianti mai accaduti, con l’augurio sincero e speranzoso che carneficine del genere non accadano più. Le tragedie come d’altronde allo stesso modo le vicende amorose, ispirano scrittori, poeti, registi da sempre.
Il giorno della memoria oltre alle innumerevoli ispirazioni – basti pensare alla “Vita è bella” di Benigni- è momento di grande riflessione sull’avidità, la superbia e l’egoismo che albergano nell’animo umano; caratteristiche che portarono uomini a sentirsi migliori di altri uomini; caratteristiche che già a definirle tali è far un complimento ai nostri predecessori.
Chi stabilisce la superiorità di una razza? La risposta è semplice, poiché non esiste un’ appropriata risposta. L’uomo fin dalle sue origini si è battuto con i suoi simili per dominare e primeggiare. Sembra che la coesione, la collaborazione fra popoli, etnie differenti non siano destinate ad esserci. Eppure l’uomo ha profondamente bisogno dell’altro. La seconda guerra mondiale e soprattutto il suo epilogo hanno spaccato l’Europa impoverendola in particolar modo umanamente, lasciando crepe e quindi importanti ferite. Marchiare un essere umano sul proprio braccio con un numero identificativo, privarlo della propria bellezza, ma privarlo essenzialmente della sua libertà dimostrano quanto crudele e meschino sia un uomo potente.
Non mi piace molto parlare in termini di cifre; ma la cifra 6.000.000 di ebrei sterminati per mano dei nazisti, mi ha sempre turbato e credo che turbi ognuno di noi. Vite spezzate, sogni infranti, desideri e obiettivi cancellati per sempre. Il potere, oserei dire, supremo di decidere la sorte di un altro essere umano, non dovrebbe appartenere a nessuno. Purtroppo ci sono state svariate ed analoghe vicende a quelle del giorno della memoria, la chiusura di Auschwitz pare che non abbia insegnato molto, anzi….
I politici di tutti i tempi, in questa giornata si concentrano e rivolgono la loro attenzione ai più giovani, solo le nuove generazioni potranno salvare il mondo; rendendolo un posto migliore nel quale convivere e sostenersi.
In fondo il bene comune è il bene del singolo individuo.