Ho avuto approccio per la prima volta col prof. Franco Liguori di Cariati nell’ultimo scorcio del 1988 al salone della Provincia di Catanzaro durante il convegno “Guerra di corsa e pirateria nel Mediterraneo”, nella cui occasione entrambi officiavamo una relazione.L’amicizia partirà sei anni dopo, a dicembre del 1994, a Rende con la presenza ancora a una manifestazione di carattere storico sui turcheschi e le loro scorrerie nelle terre della nostra regione. Il tutto è culminato nell’offerta al Teatro Rendano di Cosenza di un interessante balletto in musica di Cataldo Perri e della sua compagnia di Crotone, “Laura e il sultano”. Di conseguenza verrà a consolidarsi un solido rapporto che sarà rafforzato di continuo da scambio di lettere e di quanto pubblicato e dal coinvolgimento in manifestazioni culturali in centri della Calabria. In riguardo a quello da me inizialmente operato me ne dava conto con lettera del 27 dello stesso mese. Ulteriore contatto si verificherà con data 13 giugno dell’anno successivo in riflesso a una recensione attenente all’Annuario del Liceo Patrizi di Cariati ch’egli curava con viva dedizione con il fratello Romano parimenti conosciuto. I due spesso firmavano le opere in tandem. Me ne avrebbe ringraziato nell’agosto del 1995.
Un ennesimo incontro con i due fratelli sul fenomeno turchesco e con ideatore e organizzatore il solito Prof. Gustavo Valente, è avvenuto tra novembre e dicembre susseguenti al Bastione Toledo di Crotone con puntate a Cirò e Cariati. Stavolta Franco e Romano si presentavano con due relazioni distinte. Non mancava nel frangente, come nel precedente, la rituale visita a Le Castella, terra occupata di tanto in tanto dai pirati barbareschi, apportatori di gravi danni e razzìe. Informandomi che nella sua città abitava un mio compaesano e suo amico, Aldo Versace, che sarà poi portatore regolare di saluti, così tra l’altro mi scriveva il 9 aprile 1998; “Ti mando due foto-ricordo di due distinti convegni “turcheschi” ai quali abbiamo partecipato insieme: Rende (dic. ’94) e Cariati (dic. ’95). Evviva i pirati barbareschi, visto che sono sempre loro a darci l’occasione per incontrarci!”.
Un paio di mesi appresso, il 15 giugno, riscontro per un ringraziamento e per l’invio della “Guida turistica di Cariati” allestita in comunione al fratello Romano.
Sono trascorsi molti anni, ma non sono mancati gli incontri soprattutto nelle periodiche riunioni assembleari della Deputazione di Storia Patria. Nel giugno del 2006 ambedue siamo intervenuti all’appuntamento nazionale su due storici del ‘700, che si è sviluppato nelle sedi di Città della Pieve, Perugia, Reggio Cal. e Bova. Liguori nella sede di Reggio si è intrattenuto su “Cariati: “piccola città” e “sede vescovile” della Calabria del ‘700”. In risposta a distanza di un mesetto teneva a riscontrarmi come di seguito: “ti faccio omaggio di questo mio saggio sul giureconsulto Stefano Patrizi, del quale ho fatto cenno nella mia relazione di Reggio C. Ti giungerà sicuramente gradita la bella foto-ricordo insieme a me, al prof. Tuscano e al giudice Viola. Gli articoli sul mio intervento sono usciti sulle pagine provinciali (CS) dei giornali calabresi. Sulle pagine di Reggio e prov. è uscito qualcosa? Se si, mandami qualche fotocopia.”
Il 9 ottobre mi ringraziava di nuovo con una bella illustrata da Cariati Marina per la spedizione dei miei “Quaderni Mamertini”.
Il 7 dicembre 2007 sempre i “benedetti” pirati mori in primo piano. Eravamo a Isola Capo Rizzuto, ma nella contingenza si trattava dell’intitolazione della Biblioteca Comunale a colui che sul tema era stato magna pars, sempre il prof. Valente. Molteplici nella giornata le locuzioni di amministratori pubblici e studiosi. Io e Franco siamo stati di corvée nel pomeriggio. Altra comune partecipazione al meeting reggino “I Centri storici calabresi: politica, territorio, società” svoltosi al Museo Nazionale dal 30 al 31 ottobre 2008. Liguori vi ha officiato ”Cariati tra XVI e XVII secolo: aspetti politico-sociali, economici ed ecclesiastici”.
Altra circostanza in cui ho incrociato i fratelli Liguori si è verificata nell’inverno del 2011 in quel di Santa Eufemia Lamezia. Ci trovavamo riuniti assieme ad altri che provenivano da diocesi diverse in merito all’avvio di un secondo volume sulle diocesi calabresi per la Pia Società Alba di Torino poi non andato in porto. N’era factotum come di prammatica don Franco Milito oggi vescovo dimissionario di Oppido-Palmi. Forse l’ultimo incontro con Franco documentato da una foto si è verificato a Reggio il 24 maggio del 2015 per la ricorrente assemblea annuale della Deputazione.
Perennemente cordiale e affettuoso, sempre sorridente, Franco Liguori ti accoglieva con somma effusione. Trovandomi a Cosenza per una assemblea della Deputazione, ho approfittato dell’auto di Antonello Savaglio per raggiungere San Fili, dove al momento risiedevo. Appreso che doveva passare da un liceo di Rende per parlare con Liguori, che in atto era presidente della commissione di esame, ai timorosi bidelli mi sono presentato al suo posto. Grande la sorpresa quando invece di accogliere Savaglio, che aspettava, si è trovato di fronte me. Questa la sua prima reazione: “ma chi ci fai tu quà? Naturalmente, è finita a risate.
Franco Liguori, nato a Cariati nel 1946, si è laureato nel 1970 a La Sapienza di Roma con una tesi sulla Magna Grecia e per un quarantennio ha insegnato latino e italiano nei licei. Appassionato variamente alla cultura e alla storia patria, ha aderito con calibrati interventi, come peraltro in parte detto, a numerosi convegni. Ha collaborato con interessanti riviste come Il Serratore, Calabria Letteraria, il Ponte e Rivista Storia Calabrese ed è stato membro di quotati sodalizi. Ha ottenuto premi di prestigio. Era, tra l’altro Socio dell’ICSAIC e Deputato di storia patria per la Calabria. Le sue ricerche quasi sempre in direzione del paese natale, hanno interessato anche altre località come Locri e Sibari e noti personaggi (Luigi Siciliani). L’iniziale opera in assoluto è “Cariati nella storia del 1981”, quella conclusiva “Cariati nel Novecento tra cronaca e storia” appena del 2023, presentata appena nel gennaio, quindi pochi mesi prima del decesso.
All’indomani della sua dipartita il sindaco Cataldo Minò ha voluto ricordare il cittadino, professionista e studioso cariatese nel blog “L’Eco dello Jonio”: “La comunità perde uno dei suoi più autorevoli custodi della memoria non solo cittadina ma del territorio e dell’intera Calabria”. Del pari Salvatore Martino, che ne “Il Coriglianese” ne ha sintetizzato la personalità: “Franco non era solo uno storico, un saggista, ma era anche una persona per bene, un cittadino esemplare, un ricercatore serio, e uno scopritore di segmenti importanti della storia civile e religiosa di questo territorio, i cui esiti ha sempre messo a disposizione della comunità”.